
Mobilità da rivedere e, comunque, eccessivo impatto sul territorio. Sono rilievi posti da ambientalisti e dal Pd al Piano attuativo dell'Ecoborgo di Mezzacampagna. Vale a dire il complesso di case, negozi, centri anziani, uffici diocesani e impianti sportivi aperti anche ai residenti che la Curia, con la San Massimo spa (costruttori edili veronesi più la milanese Palladium Italia) realizzeranno nell'area di 387mila metri quadrati del seminario di San Massimo. La riconversione del sito prevede un parco pubblico da 35mila metri quadrati. Questo il Piano urbanistico attuativo (Pua) licenziato dalla Giunta comunale.
«I residenti di San Massimo e della terza circoscrizione vedono realizzarsi ciò che nessuno sperava», dice in una nota Federico Benini, segretario del circolo del Pd Enzo Biagi della terza circoscrizione (Borgo Milano, Chievo, San Massimo). «Sull'opera perfino la commissione urbanistica della terza circoscrizione lo scorso aprile ha sospeso il via libera per il fortissimo impatto sul quartiere e su via San Marco», aggiunge Benini, secondo cui «sono completamente insufficienti come opere di compensazione l'allargamento di via Bacilieri e via Lugagnano e qualche rotatoria in più. Se questa amministrazione non coinvolgerà i quartieri interessati, ci penserà il Pd, portando degli emendamenti in Consiglio comunale. La nostra idea originaria era che l'area doveva essere destinata per il nuovo ospedale, che invece è stato fatto in Borgo Trento».
Proprio nove anni fa, fra l'altro, l'allora consigliere regionale e comunale della Lega, Flavio Tosi, oggi sindaco, contestava in un'intervista al nostro giornale l'idea dell'Amministrazione Zanotto di spostare l'ospedale all'ex seminario, dicendo che era sbagliato «e non vedo perché si debba condizionare una scelta strategica per la città al fatto che il sindaco deve pagare una cambiale elettorale alla curia», dichiarava.
Giorgio Massignan, presidente della sezione veronese di Italia Nostra, contesta anzitutto le scelte viabilistiche, dell'ecoborgo: «È positivo che una vasta area del seminario di San Massimo venga riqualificata e anche con soluzioni eco-compatibili, anche se non si capisce perché si continui a costruire case quando a Verona ci sono circa 10mila alloggi sfitti», dice.
«Il vero problema comunque è quello viabilistico», afferma ancora Massignan, «perché non mi pare che nel Piano sia previsto un Piano della mobilità tale da assorbire un flusso di nuovo traffico, dovuto a migliaia di nuovi residenti, che insisterà su arterie di traffico già arrivate al collasso». Lorenzo Dalai, consigliere provinciale del Pd, sottolinea «l'eccessivo impatto sul territorio del piano dell'ecoborgo».E.G.
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