MOBILITÀ. Sabato l´inaugurazione del servizio, costato al Comune 450mila euro, ma già partono le critiche del Pd
Il bike sharing al via fra le polemiche
Per i veronesi 300 bici e 20 ciclostazioni. «Poche», attacca Dalai. Corsi: «Non avete fatto nulla in 5 anni»
giovedì 08 marzo 2012 CRONACA, pagina 18
Deve ancora essere inaugurato, ma il Bikesharing, il nuovo servizio di biciclette pubbliche, sta già scatenando tanta curiosità tra i veronesi e i turisti, che in questi giorni ne ammirano i cartelloni pubblicitari, ma anche qualche polemica.
Sarà inaugurata sabato mattina l´iniziativa costata all´amministrazione comunale 450mila euro che porterà in centro storico venti ciclostazioni per un numero complessivo di 300 biciclette. L´assessore alla Mobilità, Enrico Corsi, anticipa che il servizio funzionerà in particolar modo per i veronesi, con delle tessere abbonamento (l´annuale costa 28 euro) e tariffe a scalare per l´utilizzo della biciclette con la prima mezz´ora gratuita. Alcune tessere saranno distribuite anche negli hotel che ne faranno richiesta e che a loro volta le cederanno al turista che desidera utilizzare il servizio.
Ma la prima obiezione al servizio arriva dal Partito democratico con Lorenzo Dalai, consigliere provinciale, e Damiano Fermo candidato alle prossime comunali, che accusano: «A Parigi ci si gira bene con le bici pubbliche. Se ne trovano sempre e il servizio di manutenzione e riposizionamento funziona bene. Sono 2 milioni e 200mila abitanti nella città. Le Velib, le bikes parigine, sono 20mila. A Verona, 250mila abitanti, si parte intanto con 250 bici. Non ci sembra che le proporzioni tornino. E in questi progetti, o si parte col piede giusto e credendoci, oppure si fallisce immediatamente, magari dopo aver archiviato il capitolo elettorale».
E aggiungono: «Se avessimo fatto come nella città dove il bikesharing funziona, avremmo dovuto almeno moltiplicare per 5 le bici previste, iniziando con un migliaio almeno. Non per fare i catastrofisti, ma per crederci veramente. Invece l´impressione è che sia solo uno spot elettorale da parte di una amministrazione poco preoccupata della mobilità dei suoi cittadini. Infatti le rastrelliere non ci sono nei quartieri, ma solo dentro le mura magistrali probabilmente perché si è consapevoli che non esiste una rete di piste ciclabili, ma solo tronconi non collegati tra di loro e che non ci sono parcheggi scambiatori in periferia».
Da Corsi arriva però subito piccata la replica: «Credo che il Pd, che ha governato per cinque anni, dovrebbe fare un esame di coscienza prima di criticarci. Abbiamo tarato l´avvio di questa iniziativa secondo le indicazioni di chi già offre questo servizio nelle grandi città europee e secondo le nostre capacità economiche e crediamo che sia sufficiente per partire bene. Poi ci auguriamo di poterlo implementare, allargandoci ai quartieri, più avanti».
Anche l´assessore all´Ambiente Federico Sboarina sottolinea l´utilità del servizio e dice: «Non si tratta di un semplice noleggio bici, ma di uno strumento di trasporto integrato che, insieme al City Logistic, costituisce un traguardo importante per la nostra amministrazione nell´intento di ridurre sempre più i veicoli in centro storico». G.Cozz.
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