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mercoledì 9 aprile 2008

Enerigia, guarda le proposte

Cara/o collega,nei mesi scorsi era stato fatto circolare un appello sull'energia rivolto al governo Prodi Poiché il governo Prodi è caduto e nel frattempo il problema dell'energia si è ulteriormente aggravato, abbiamo pensato di lanciare un nuovo appello che puoi trovare sul sito http://www.energyforfuture.net oppure sul sito http://www.energiaperilfuturo.it rivolto a chi aspira, con le prossime elezione, a prendere la guida del Paese.Se sei d'accordo col nuovo appello, lo puoi firmare e puoi invitare chiunque a firmarlo, con la seguente avvertenza:Scegli, secondo il tuo stato, di firmare l'appello:- come docente universitario/ricercatore/industriale ecc. che ha una qualche competenza/interesse riguardo il problema energia; in tal caso, devi aprire il link di destra nella pagina iniziale. Pregherei di esplicitare in modo chiaro e conciso l'ente di appartenenza.- come cittadino che, pur non avendo specifiche competenze, appoggia l'appello; in tal caso, devi aprire il link di sinistra nella pagina iniziale.Appena l'appello sarà firmato da un numero sufficientemente grande di persone, ne daremo notizia ai mezzi di comunicazione e lo faremo pervenire ai candidati leader.Grazie e cordiali saluti,Prof. Michele A. FlorianoDipt. Chimica Fisica "F. Accascina", Univ. PalermoViale delle Scienze, Parco d'Orleans, Ed. 1790128 Palermotel. 091-6459850 fax 091-590015

1 commento:

Anonimo ha detto...

NEL PROGRAMMA DEL PD C'E' IL NUCLEARE (COME BERLUSCONI)
NOI ANDIAMO CON LA SINISTRA

dI Gianni Mattioli

Nell'autunno del 2000 a Formia, commemorando Altiero Spinelli, Romano Prodi avanzò la proposta della "Casa dei Riformatori": ci sono state in Italia due grandi culture - disse Prodi - quella del Movimento operaio e quella dei Cattolici democratici: esse hanno scritto pagine nobili, fondate come sono su principi nobili. Esse sono nate, tuttavia, 150 anni fa e la società ha subito trasformazioni profonde. E' necessario, a partire da quei valori, pervenire ad una sintesi nuova, per leggere questo tempo. Quella sfida intellettuale, culturale e politica richiedeva un lavoro impegnativo e gli scenari drammatici del cambiamento climatico o della geopolitica sanguinosa dell'energia suggerivano la prospettiva della Sostenibilità, come il quadro in cui dare significato attuale alle parole della solidarietà e dell'egualitarismo.
Insieme a tanti altri, ho condiviso quella prospettiva negli anni dell'Ulivo, anche se progressivamente la spinta riformatrice subiva arresti: ma sapevo che, nella società pluralistica, per far avanzare la condizione delle forze sociali più deboli è necessario costruire alleanze, trovare punti di convergenza con altri interessi, purché si regga con mano solida la barra del timone nella direzione della società da realizzare.
Solidarietà sociale e sostenibilità sono strettamente legate: se l'innovazione tecnologica è prioritariamente finalizzata allo sviluppo quantitativo, alla competizione, essa genera distruzione di risorse e di lavoro, aggressione ambientale sul pianeta, ma anche nella città. Questa contraddizione è ben visibile oggi nel nostro mondo di società industriali avanzate: le imprese fuggono dagli investimenti produttivi verso la finanziarizzazione.
E' in questo scenario, tutt'altro che in buona salute, che piomba lo sconvolgimento climatico. Certo che ci sono le alternative ai combustibili fossili, scientificamente note e fisicamente disponibili: Rubbia non si stanca di ricordarci che in un quadrato di 50 km di lato arriva tutta l'energia solare necessaria per i consumi italiani di elettricità. Ma trasformare un sistema energetico mondiale basato su fonti energetiche concentrate - carbone, petrolio, gas - in un sistema di generazione di energia diffusa sul territorio richiede una vera rivoluzione amministrativa, ingegneristica, economica. E il tempo non c'è. Non basta dire che è necessario cambiare il fuoco che brucia sotto la pentola, sostituire il fossile col sole o col vento: bisogna cambiare anche quel che si brucia dentro la pentola. Fuor di metafora: bisogna cambiare, e subito, stili di vita.


Ma questa prospettiva può aprire una opportunità straordinaria alle nostre economie: la riqualificazione urbana delle città, la ristrutturazione delle reti di trasporto, la difesa del suolo, la valorizzazione della bellezza, l'agricoltura volta alla sicurezza alimentare e alla salvaguardia del paesaggio: è il passaggio dall'ideologia della quantità alla crescita della qualità, del ben vivere per tutti.
Questa non è politica ambientale, è politica economica: sulla quale proponevamo all'Ulivo di riorientarsi, e che poi fu scritta nell'appello degli ecologisti per la nascita del Partito democratico.
Scrivo queste cose senza animosità verso nessuno: chiedo alle persone che stimo e con le quali ho percorso tanta strada insieme se sia ragionevolmente compatibile con la prospettiva, che sopra ho riassunto, l'ossessiva ripetizione da parte di Veltroni della centralità della crescita: dobbiamo crescere, altrimenti non c'è nulla da distribuire.
In un paese, bellissimo e povero di territorio, in cui c'è uno con quattro case e tre che non hanno dove abitare, Veltroni propone dunque di dare a tutti una casa (e magari anche una villetta al primo): totale almeno 7 case. L'ecologismo propone di incentivare la messa a disposizione delle case in più a chi ne ha bisogno: totale 4 case. Insomma è la politica economica, non il capitolo sulle buone pratiche ambientali, che andava discusso a fondo con Veltroni e non andava lasciato a Morando.
Il quale poi ha avuto spazio per scrivere nel programma anche sì al nucleare, quello di quarta generazione, non, come avremmo capito, sì alla ricerca. Come se chi legge potesse distinguere la terza o la quarta o la quinta: ciò basta, infatti, a far scrivere al Corriere della Sera : anche sul nucleare Pd e Pdl stesse posizioni. Un bello schiaffo agli ambientalisti cresciuti 20 anni fa sull'ambientalismo scientifico della lotta antinucleare.
Allora, senza speranza? Ancora tutta in salita la strada per la società sostenibile, muro chiuso tra l'entusiasmo per la crescita di Veltroni e il tradizionale sviluppismo della sinistra?
Ho ascoltato Fausto Bertinotti proporre per i prossimi mesi di lavorare ad una forza politica che si basi sulla sostenibilità, come strumento essenziale per la trasformazione sociale, e sulla non violenza. Angelo Bonelli propone di costituire, per quella forza politica, la rete del sapere ecologista. Sono proposte in accordo con le mie speranze.

Da Liberazione del 06/04/2008