L'attività estrattiva di ghiaia ha un incalcolabile impatto ambientale: richiede enormi volumi di risorse, produce paesaggi colmi di voragini, deturpando l'ambiente dove, fra un campo di mais ed uno di vigne, si scorgono depressioni molto profonde, spesso nascoste da folte siepi, per coprire gli squarci del territorio.
La parte di provincia compresa tra la periferia ovest di Verona e i comuni limitrofi ha visto il suo territorio mutare e rovinarsi gradualmente, proprio a causa delle cave , alcune delle quali ancora in attività. Tutto ciò ha provocato un grave danno agli abitanti della zona, perché:- non possono utilizzare le aree per costruirvi abitazioni o come zona verde; alcune cave abbandonate sono state riutilizzate come discariche , mentre altre non sono state oggetto della dovuta azione di ripristino ambientale. I benefici economici dell'attività vanno a poche persone, i danni li subisce tutta la popolazione.
E' emblematico il caso della Cava Speziala, oggetto da molti anni di un braccio di ferro fra la proprietà ed un comitato di cittadini che si è operato per evitare il deterioramento della cava dismessa: si era addirittura ipotizzato di destinarla a discarica di rifiuti speciali (nel bel mezzo dell'abitato di San Massimo). Col passare degli anni nella cava si è creato un folto bosco, composto da alberi ad alto fusto ed arbusti, abitato da una ventina di specie aviarie e da animaletti selvatici come volpi e ricci. Il Comitato si propone di fare di questa realtà un parco fruibile dai cittadini. Finora l'attesa è stata poco confortata da atti concreti! E pensare che dovrebbe provvedere la Provincia alla sorveglianza sui ripristini ambientali.....
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