I nostri banchetti nei mercati

Stadio:
Sabato 1, 8, 15, 22, 29 ottobre dalle 9.30 alle 12.30
Saval:
Venerdì 14 e 21 dalle 10.00 alle 12.00

domenica 5 luglio 2009

Per rilanciare il circolo “Enzo Biagi” (di Mauro Peroni)

E' trascorso più di un anno dall'inizio dell'attività del nostro circolo, il più vasto e il più popoloso dell'intera provincia; un anno è un periodo relativamente breve, ma nel rapido incalzare degli avvenimenti politici rappresenta un lasso di tempo sufficiente per cominciare a tirare delle somme sull'attività svolta.
In questo anno c'è stata in molte occasioni un'indubbia mobilitazione di cittadini che sarebbe stata impensabile con le strutture partitiche precedenti: quasi 3000 votanti alle primarie per il segretario nazionale, oltre 200 iscritti (molti dei quali per la prima volta aderenti ad un partito), iniziative culturali di valore, una vivace e motivata partecipazione nelle occasioni elettorali.
Sono segni di una voglia di cambiamento che fa sperare, di una disponibilità dei cittadini a mettersi in gioco se si prospetta loro una credibile possibilità di riuscita, di non rassegnazione al pensiero unico della destra populista.
Di questo il nostro circolo è stato soggetto attivo, creando un punto stabile di aggregazione in un territorio vasto, diversificato e politicamente difficile: e ciò non va dimenticato; come non vanno dimenticati l'impegno dei giovani che al circolo fanno riferimento o la voglia di protagonismo di tante donne che nel PD hanno finalmente trovato la possibilità di esrpimere attivamente la loro soggettività politica.
Premesso tutto questo, che va valorizzato, ci sembra però che non si possa in egual misura porre attenzione anche ai limiti che questo anno di attività ha messo in luce: la franchezza dell'analisi non serve certo ad addossare colpe, quanto piuttosto a favorire una riflessione che ci spinga tutti insieme ad una rilancio e ad una riqualificazione della nostra azione sul territorio.

I limiti più evidenti

Passato l'entusiamo iniziale che la segreteria Veltroni aveva suscitato, la partecipazione alle riunioni di circolo (e soprattutto a quelle degli organi eletti) è venuta via via scemando; del resto anche la partecipazione alle ultime primarie (quelle per la scelta del candidato alla presidenza della provincia) è risultata estremamente ridotta rispetto ad analoghe (per quanto più importanti e più pubblicizzate) iniziative, anche in raffronto ad altri circoli.
Certamente in questo scarso radicamento, in questa disillusione, nella demotivazione di molti incidono in modo chiaro le dinamiche nazionali del partito: l'impressione di beghe continue che ha accompagnato gli ultimi mesi della segreteria Veltroni, la difficoltà a definire un'identità chiara del partito, i limiti riscontrabili in priorità poco riconoscibili, in parole d'ordine poco significative. Tutto ciò è innegabile, ma non basta a comprendere il fenomeno e sarebbe autoassolutorio se non prendesse in esame alcuni limiti specifici del nostro circolo.
Ci riferiamo in particolare alla scarsa presenza sul territorio, che per la sua vastità e diversità merita una costante attenzione plurale; ad una limitata iniziativa politica locale, di qartiere; ad una pletora di riunioni di direttivo spesso poco produttive, poco legate ad una progettualità e ad una finalizzazione politica, ma talvolta semplice “sfogatoio” senza sbocco e costrutto.
Da più persone, giovani e meno giovani, che si sono avvicinate alla politica attiva tramite il PD, abbiamo sentito la lamentela relativa all'autoreferenzialità delle nostre riunioni, al loro essere esercizio retorico, dibattito spesso sterile: purtoppo abbiamo dato poco ascolto a tali considerazioni!
E sì che gli argomenti, i temi per essere presenti attivamente non mancavano, ma se si esclude qualche lodevole occasione, spesso gli argomenti sono stati lasciati cadere o affidati al solo presidio istituzionale nel Consiglio di Circoscrizione, quando il nostro gruppo consigliare (che pure ha operato con impegno) avrebbe dovuto sentire un sostegno fattivo sul territorio.
Intendiamoci: ciò non è frutto di “cattiva volontà”, ma spesso di un vecchio modo di pensare la politica, oltre che di un'organizzazione poco efficiente e poco funzionale; su questi due aspetti si dovrà lavorare con tempestività.
Anche il rapporto con i mondi vitali (associazioni, volontariato, realtà produttive) è stato più frutto di iniziativedi singoli che di una volontà collettiva.
Le necessità più prossime

Rispetto a questa impasse è necessario al più presto uno sforzo unitario per uscire sul territorio con stile e presenza nuovi: non credo utile aspettare il dopo congresso per rivitalizzare il circolo (dando priorità alle tematiche nazionali), ma le due cose devono intrecciarsi, perchè alcune urgenze sono alle porte.
Innanzitutto proprio la scadenza congressuale necessita di un circolo vivo ed attivo: il congresso e le sue tematiche (identità del partito, priorità valoriali e programmatiche, scelta di alleanze e di strategie) non possono rischiare di essere un mero passaggio burocratico! Il circolo deve invece essere -sul territorio- il luogo e lo strumento di confronto vivo e aperto, di dibattito per i cittadini, di coinvolgimento di quanti -pur dubbiosi e timorosi di un flop- vedono nel congresso del PD l'ultima opportunità per creare una forte e credibile alternativa al centro-destra. A come potremmo esserlo, se giriamo a vuoto?
E poi le problematiche del nostro territorio non possono vederci assenti (o presenti solo limitatamente al pur indispensabile ruolo nelle istituzioni) per più mesi: le scelte sulla viabilità interquartierale, l'ambiente con la realtà delle cave e del verde pubblico, il rischio di cemenificazione di intere aree ora a verde, l'indebolimento dell'offerta di servizi educativi e alla persona, il rischio di degrado di alcune aree di case popolari, l'abbandono di progetti di riqualificazione di quartieri quali B.goNuovo (solo per fare alcuni esempi) devono vederci presenti e costanti, “fisicamente” e progettualmente.

Le proposte iniziali

Su una risorsa sappiamo di poter contare: sulla passione e la dedizione di tanti e tante che credono ancora nel progetto PD; è necessario che questa passione e questa disponibilità trovino modalità organizzative e operative in cui possano essere incanalate e valorizzate.
E' quindi necessario rivedere la struttura organizzativa del circolo: proponiamo che il coordinatore (chiunque sia, ma vincolato a tale mandato) sia supportato da un numero non pletorico di persone (4-6), con incarichi specifici relativi ai temi amministrativi e all'organizzazione; persone che si incontrino con regolarità per un reale coordinamento delle tematiche del vasto territorio e delle necessarie risposte politiche, con riunioni condotte con finalità chiare, efficaci, di studio/confronto per obiettivi poi operativi.
Questo coordinamento deve essere poi sostenuto, con un modello a rete, da “terminali” in ogni quartiere (Basson, S. Massimo, Stadio, B.go Milano, B.go Nuovo, Navigatori, Saval, Chievo...): persone incaricate di monitorare il quartiere, di intessere relazioni con la realtà viva del quartiere e che sulle specifiche tematiche di zona sanno investire il coordinamento con efficacia.
Infine un'assemblea degli iscritti che venga convocata, non come ora in modo del tutto episodico, per confrontarsi su temi di carattere più generale.
A partire dalla sua riorganizzazione (mirante a più efficacia e più presenza), il circolo sarà messo in grado di affrontare -con critiche mirate, proposte alternative, presenza continuativa e in collaborazione con i rappresentanti nelle istituzioni- le problematiche urgenti del nostro territorio: che prospettive per la viabilità di penetrazione che attraversa il nostro quartiere? Quali alternative ad una viabilità interquartierale meno invasiva? Come sostenere trasporti alternativi (di massa e ciclabili)? Quale spazio per aree verdi minacciate (parco Spianà, Villa Pullè, zona seminario S.Massimo)? Quale posizione rispetto alla devastazione ipotizzata dalle linee TAV/TAC? Che risposta all'ulteriore ampliamento di attività di cava e affini? Che risposte al tagli e dequalificazione dei servizi educativi? Che sostegno alle associazioni penalizzate dal Comune?

Crediamo che questa sia una piattaforma di discussione e confronto che supera lo sterile scontro nominalistico per affrontare alla radice i limiti della nostra presenza nel territorio della Terza Circoscrizione: i contributi e gli apporti a tale proposta sono quindi benvenuti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo con molto di quello che ha scritto Mauro. Dobbiamo potenziare la presenza sul territorio, ma non a parole. E' opportuno essere presenti più volte alla settimana con i nostri banchetti (non solo allo Stadio) e presentando in maniera martellante una proposta concreta per il territorio. Per esempio allo stadio si può presentare un nuovo progetto per ridescrivere gli obiettivi della Spianà (a partire dall'idea Rudi). Al Chievo c'è Villa Pulè. Una nuova piazza per Borgo Nuovo. A mio parere si deve quindi potenziare l'aspetto delle proposte tra la gente, poichè in consiglio non abbiamo nemmeno il numero di consiglieri per farlo.
Solo così, gli abitanti della nostra circoscrizione potranno davvero capire che c'è qualcuno che pensa a come migliorare le cose. E credo che se riusciremo a concretizzare questi obiettivi saremo il primo circolo della provincia per voti oltre che per abitanti.
Federico Benini.