Grande affluenza anche a Verona e provincia, ieri, alle primarie per l’elezione del segretario del Partito democratico. Poco prima delle 18, in alcuni seggi della terza circoscrizione, la più popolosa della città, erano già terminate sia le schede, sia i verbali in cui ogni elettore viene registrato, costringendo i volontari del partito a ricorrere alle fotocopie.
Nei cento seggi di Verona e provincia avrebbero votato in oltre 27mila. Nel 2007, quando venne eletto Walter Veltroni, andarono ai seggi in 28mila. Un risultato, ritenuto alla vigilia difficile da eguagliare.
Al 40 per cento delle schede scrutinate Pierluigi Bersani è in testa con il 51 per cento, con Dario Franceschini, il segretario uscente, al 34 per cento (la lista «Semplicemente democratici» per Franceschini legata all’europarlamentare Debora Serracchiani raggiungerebbe il 4,4) e Ignazio Marino al 15 per cento.
«Siamo felici per l’affluenza straordinaria, che va oltre ogni previsione», commenta il segretario provinciale Giandomenico Allegri.
LUNGHE CODE. Code si sono formate, soprattutto nel pomeriggio e in serata in molte delle 29 sezioni cittadine, dove circa 800 volontari si sono impegnati nelle operazioni di controllo e scrutinio. In Veneto si è votato in 599 seggi. Alla carica di segretario regionale aspirano Rosanna Filippin (mozione Bersani), Andrea Causin (mozione Franceschini) e Felice Casson (mozione Marino).
SCHEDE INSUFFICIENTI. I primi a stupirsi per l’affluenza sono gli stessi esponenti del partito. «C’è una partecipazione quasi commovente, oltre ogni più rosea aspettativa, anche in provincia. Basti pensare che a mezzogiorno a Valeggio avevano votato in duecento, raggiungendo quasi il dato delle passate primarie. E ciò fa riflettere sul bisogno di democrazia. Le uniche proteste sono per non aver allestito più seggi», commenta il consigliere comunale Roberto Fasoli indaffarato a fare fotocopie delle schede nel seggio della sala Lucchi, nel quartiere Stadio, per il gazebo del Saval che le ha terminate alle 17.
Accanto a lui c’è il segretario di circolo Federico Benini, di 20 anni. «Qui», afferma, «stiamo superando la soglia delle primarie vinte da Veltroni». Alle 18 nelle sette sezioni della terza circoscrizione avevano votato in oltre duemila.
Simona Guaita è in coda in sala Lucchi: «Mi auguro che questa partecipazione così sentita serva a qualcosa perché sono stufa di come stanno andando le cose, mi auguro che finiscano le divisioni nel partito perché c’è bisogno di solidità e di unità d'intenti per costruire un’alternativa». «Votare alle primarie lo considero un dovere, come partecipare alle elezioni», aggiunge Fernando, 58 anni, «da sempre elettore di sinistra».
«VOGLIA DI CAMBIAMENTO». Nella sede della prima circoscrizione, in piazza Mura Gallieno, alle 19 avevano votato in 650. Con Veltroni, a urne chiuse, non avevano superato i 600. «C’è voglia di cambiamento», osserva Ottavio Contolini, presidente dell’Istituto anziani, «ho visto tante persone della borghesia medio-alta che probabilmente cominciano a stancarsi di questo governo, e questa partecipazione ha il significato di un giudizio positivo sul ruolo di un partito, al di là di chi sarà il segretario. Il modo con cui è stata gestita la triste vicenda Marrazzo, peraltro, rivela un costume diverso di intendere la politica», aggiunge. Giovanna, impiegata in un’azienda privata, ha appena votato. «Spero in una politica dei fatti, non delle parole, soprattutto a favore della famiglia, tema su cui tutti si riempiono la bocca: con mia figlia disabile, che ha 18 anni, mi sono sempre dovuto arrangiare». Paola Giardini taglia corto: «La gente ha capito che così non si può andare avanti e che bisogna cambiare».
Nel seggio del centro storico votano anche l’ex sindaco Paolo Zanotto, arrivato in bicicletta insieme alla moglie e alla figlia, e il suo ex assessore al commercio Francesca Tamellini. «C’è voglia di una nuova fase politica fresca, moderna», osserva Zanotto, «perché ci sono troppi esempi negativi. I tre candidati danno un’immagine di novità e vorrei che questo meccanismo fosse praticato anche nel centrodestra perché gli elettori desiderano scegliere i dirigenti di partito e i propri candidati». Francesca Tamellini sottolinea: «Vedo tanta gente che si muove per un ideale, è un segnale forte di democrazia».
Nessun commento:
Posta un commento