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domenica 22 novembre 2009

Circolo Enzo Biagi in prima fila per la salvaguardia dei residenti nelle case dell'Ater (articolo de L'arena)


No alle case Ater in saldo. A dirlo sono gli esponenti del Pd veronese che evidenziano come la manovra pensata dalla Regione consideri tra i possibili acquirenti anche le società private e lanciano l'accusano di insensibilità sociale in quanto il rifiuto di acquisto da parte degli assegnatari sarà accompagnato da un aumento degli affitti anche del 40%.
Non solo, se le case verranno acquistate dai privati gli inquilini, nella migliore delle ipotesi, verranno trasferiti altrove, nella peggiore rimarranno in affitto, ma per conto di un altro proprietario e per soli 8 anni. E dopo? Sono tutti dubbi emersi l'altra sera nella sala convegni dell'Ater, l'azienda che gestisce il patrimonio immobiliare della Regione, dove il circolo del Pd Enzo Biagi ha invitato gli inquilini delle case popolari a sentire le ragioni del no alla svendita degli alloggi. È ancora una proposta di legge ma dovrebbe essere approvata entro gennaio, stando alle dichiarazioni del presidente Ater, Niko Cordioli, anche lui presente all'incontro.
Al tavolo dei relatori Franco Bonfante, consigliere regionale del Pd, Ruggero Troiani, responsabile del sindacato inquilini Sunia, Fernando Meneghelli del sindacato inquilini Uniat e presidente della commissione alloggi Ater. A moderare l'incontro Giandomenico Allegri, segretario provinciale Pd, e Antonio Ramella, del circolo Pd Enzo Biagi. I toni della discussione sono stati pacati, ma la condizione difficile di quanti vivono nelle case popolari si respirava nell'aria. Bonfante ha analizzato la proposta di legge che va sotto la dicitura «misure straordinarie per la valorizzazione del patrimonio immobiliare residenziale pubblico legato al piano straordinario di vendita di alloggi». «Non garantisce le fasce deboli e non risolverà il problema», ha detto. La convinzione parte dal presupposto che se anche solo la metà dei 3.275 alloggi in promozione andasse venduta e con il ricavato fossero acquistati nuovi alloggi, questi non andrebbero a garantire le tante famiglie in lista d'attesa ma servirebbero a ridare un tetto a quanti non hanno voluto acquistare la casa. «Un cane che si morde la coda», ha detto.
Contrari anche Meneghelli e Troiani che hanno evidenziato come la vendita porterà a un servizio temporaneo fatto di acquisizione di altri immobili che non risolveranno nulla. Per Bonfante si apre una nuova battaglia in Regione per rivedere i punti della proposta di legge che non garantiscono gli affittuari e ha lanciato la proposta di tornare alle case a riscatto: canone più alto e dopo i 20 anni di locazione riscatto dell'alloggio.A.Z.

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