Questo documento è il frutto di tre incontri tra i coordinatori veronesi dei Circoli del Partito Democratico svoltisi tra il 3 maggio e il 5 luglio 2010.
Il primo obiettivo del documento è di rendere esplicita quella che riteniamo sia l’immagine del PD per la popolazione veronese. Da questa consapevolezza, in secondo luogo, si è inteso ricavare indicazioni per i temi da proporre al Partito Democratico Veronese e per le modalità di relazione tra circoli, organismi provinciali e politica nazionale.
Abbiamo ritenuto opportuno condividere, prima tra di noi e poi con tutto il partito, una riflessione sul merito della politica del PD Veronese prima della fase congressuale provinciale, per poter affrontare quelle che consideriamo questioni importanti della vita del nostro partito privandole della connessione con le candidature al ruolo di segretario provinciale o con specifiche aree di provenienza.
Crediamo che il metodo per la produzione del documento sia significativo e possa far parte anch’esso dei contenuti che proponiamo all’attenzione del partito. Il testo che leggete è il prodotto di tre sere di confronto aperto tra una cinquantina (complessivamente) di coordinatori o loro delegati utilizzando il metodo dei lavori di gruppo. Alcuni coordinatori (Emma Benedetti, Stefano Ceschi, Luca Pradella, Moreno Ferrarini e Massimo Lanza) con la collaborazione di Giandomenico Allegri si sono fatti carico di pensare l’organizzazione degli incontri, di stilare i resoconti delle serate e di produrre i resoconti dei lavori. Nel terzo incontro del 5 luglio è stata presentata, discussa, emendata ed approvata la bozza di documento.
Si sono intenzionalmente trascurate analisi di ampio respiro e, in particolare, la ricerca delle motivazioni del giudizio sul partito che emergeva dall’analisi. Si è scelto di dedicare le risorse di competenza e di tempo a produrre osservazioni e suggerimenti operativi da sottoporre al confronto con tutte le componenti del partito veronese.
Il Partito Democratico per i veronesi
Pare necessario far notare che le osservazioni formulate riguardano un Partito Democratico “generico”. Non si riferiscono, infatti, esplicitamente agli organismi dirigenti nazionali od ai parlamentari; tantomeno l’analisi è sembrata riguardare il Partito Democratico Veronese. L’immagine del Partito Democratico che è stata identificata dai Coordinatori dei Circoli Veronesi mescola le realtà dei circoli con la visione che emerge dall’informazione mediatica del Pd nazionale.
Nell’interpretare la valutazione da parte della popolazione veronese ed in considerazione del fatto che, nelle ultime regionali, solo il 10,17% degli aventi diritto al voto ci attribuisce la fiducia del proprio voto, si è messo ampiamente in evidenza il parere di chi è deluso. Probabilmente sono le persone con cui riusciamo a dialogare di più e molte, nonostante questo sentimento, sono ancora attive all’interno del partito.
I delusi ci comunicano la perdita o l’affievolirsi della speranza emersa con la nascita del partito.
Sono molto evidenti e chiari i messaggi di chi chiede più “opposizione”, maggiore forza nell’esprimere e far valere le nostre idee, maggiore “presenza“ mediatica. Il termine “mediatica” è un’interpretazione perché la richiesta di “esserci” spesso non identifica azioni precise ma, d’altra parte, sembra ragionevole attribuire alla scarsa diffusione dell’informazione sulle nostre azioni parlamentari, regionali, provinciali e locali un ruolo importante in questa percezione di “scarsa presenza”.
Sembra ragionevole attribuire a chi non ci vota e non ci ha mai votato le dichiarazioni più “politiche”: il PD viene identificato come difensore di ambiti “protetti” e “poco produttivi” della popolazione.
Una terza “immagine” possiamo attribuirla agli “scettici”: quella di non esser diversi da altri nel fare una politica che è solo interesse “personale” o di “gruppo”.
In quest’analisi mancano espliciti riferimenti a specifiche posizioni politiche che non siano quelle relative alle contraddizioni interne del partito: primarie in alcuni casi mentre in altri no, valori di onestà e trasparenza traditi da esponenti di spicco del partito, il mancato rinnovamento della “classe dirigente”. E’ molto probabile, comunque, che una parte dell’elettorato orienti il suo giudizio negativo in base alle nostre opzioni politiche di fondo. Sembra opportuno ricordare come da tempo il Pd, nel Veneto e nel Veronese, abbia problemi di comunicazione con i ceti produttivi. Sembra necessario, quindi, recuperare la fiducia dei lavoratori e superare, reciprocamente, i pregiudizi in materia di impresa e verso la figura degli imprenditori.
Un sostanzioso giudizio “negativo” fa parte anche del sentimento di chi nel partito è attivo e si concretizza nel concetto di “delusione delle aspettative”. In questa interpretazione confluiscono esperienze locali ed un giudizio spesso insufficiente dell’iniziativa politica nazionale.
Consideriamo una sconfitta non riuscire a coinvolgere molte persone nelle iniziative dei circoli o percepire che le persone con cui entriamo in contatto ci considerino “politici per bene” ma con scarsa possibilità di incidere sulle scelte importanti. Contemporaneamente molte delle critiche formulate dai “delusi” sono condivise anche dai “resistenti” che si aspettano maggiore visibilità del partito.
A dispetto della fatica e della delusione c’è, però, molto orgoglio nell’appartenere al Partito Democratico !
Siamo un partito in cammino con la meta di costruire una nostra forte identità e il rinnovamento della vita sociale del Paese. C’è la sicurezza di essere dalla parte giusta; dalla parte dei valori di giustizia, di attenzione all’ambiente. Siamo orgogliosi delle nostre scelte per l’integrazione, per la solidarietà e per il sostegno del lavoro. Siamo sicuri di essere il motore politico dell’innovazione sociale ed economica e del rinnovamento culturale e politico. Siamo orgogliosi del nostro “senso dello stato”, della convinzione che sia necessario pensare ed agire per il vantaggio comune. Siamo certi che è profondamente sbagliata l’opinione che tutti i partiti politici, che tutti gli uomini politici, che tutti gli attivisti politici siano uguali e dediti ad interessi personali; la frase in veronese “si tuti stesi” la devono rivolgere ad altri !
La vita dei circoli, la loro diffusione territoriale, la comunicazione tra organizzazioni del territorio e vertici del partito, in entrambe le direzioni (!), sono state identificate come il secondo punto di forza attraverso cui costruire il recupero di consenso nella popolazione.
C’è una grande aspettativa verso i dirigenti nazionali: la possiamo sintetizzare nella richiesta di chiari obiettivi politici e di una visione per il futuro. Ma c’è anche una grande disponibilità a fare tutti la nostra parte per far crescere il Partito Democratico e il paese.
Le azioni per collegare l’azione dei Circoli e gli organismi provinciali
Le proposte vengono presentate in forma sintetica raggruppate per temi.
· Rendere efficaci le azioni degli organismi
Rappresentanti dei circoli nell’assemblea provinciale
Assemblee che prendano decisioni esplicite con resoconti e delibere in cui vengano individuate le iniziative ed i responsabili
Comunicazione delle attività di assemblee, direzione, parlamentari, consiglieri provinciali e regionali ad elettori – iscritti – circoli …
· Incremento della visibilità del Partito nell’ambito locale
Nelle competizioni elettorali locali attenta valutazione della presenza del simbolo del PD in eventuali liste civiche o scelta di presentare liste di partito quando gli accordi possibili non facciano prevedere una seria possibilità di vittoria;
Iniziative dei circoli più frequenti ed ampiamente diffuse tra la popolazione con Parlamentari e Consiglieri Provinciali – Regionali, rappresentanti del PD negli Enti;
Progetto di circolo: Identificazione di un progetto a medio – lungo termine per ogni circolo in cui risultino le azione da compiere in funzione dei risultati (realistici) da ottenere;
Maggiore presenza di Parlamentari nelle iniziative pubbliche e nell’ascolto sistematico dei militanti.
· Coordinamento e condivisione delle posizioni ed azioni politiche sulle diverse problematiche locali ed in particolare quelle legate allo sviluppo con elevato impatto ambientale (quali il Motor City, Ca’ del Bue, Tangenziali a pagamento, Traforo delle Torricelle) il lavoro e la salute.
Le specificità del Partito Democratico Veronese
L’attenzione al territorio e all’ambiente è un elemento centrale della sensibilità dei nostri sostenitori anche perché, probabilmente, la città e la provincia vivono da molti anni un’emergenza assoluta in relazione all’inquinamento atmosferico. L’identificazione di opzioni politiche (analisi e proposte) chiare, semplici e ribadite sembra essere un punto chiave per identificare il partito come una risorsa per tutta la popolazione.
E’ necessario identificare il profilo economico futuro della provincia in relazione ai contesti limitrofi, alle relazioni in atto e potenziali nonché alle tendenze internazionali. Nello stesso tempo occorre effettuare una forte pressione sugli organismi nazionali per la definizione di una proposta politica chiara ed una comunicazione efficace in relazione alle tematiche del fisco e del lavoro autonomo e dipendente.
Sembra conseguente definire analisi e proposte che definiscano la posizione del partito veronese sugli elementi portanti dell’economia veronese:
· Agricoltura - Industria agroalimentare - Turismo anche nelle loro forme di interazione (turismo enologico – filiera corta - …)
· Innovazione tecnologica e relazione con centri di ricerca ed università
· Sanità
Aprire i temi della prevenzione, efficacia-efficienza degli investimenti, ruolo in espansione del privato in alcuni settori (anziani, riabilitazione, diagnostica, cure dentistiche …)
· Edilizia e valorizzazione del patrimonio abitativo storico
Elementi relativi all’azione del PD Veronese nei confronti della politica del Partito nazionale
Il quadro precedente rende necessarie, da parte degli organismi provinciali e dei veronesi eletti nelle istituzioni provinciali, regionali e nazionali, azioni che colleghino la realtà veronese alla definizione e allo sviluppo della politica nazionale del Partito Democratico.
Si ritiene strategico fare in modo che il PD sviluppi particolare attenzione alle situazioni delle regioni ad elevato sviluppo economico nel quale è meno forte la sua influenza. A questo proposito è particolarmente sentita, nel Veneto e nel Veronese, l’esigenza di chiarezza nella proposta politica e nella comunicazione in relazione alle tematiche del fisco e del lavoro autonomo e dipendente.
Una visibile considerazione del nostro ruolo nella politica nazionale lo si potrà mostrare anche con la presenza di esponenti di primo piano del Partito nell’ambito delle iniziative veronesi e con la reale distribuzione di risorse economiche dal nazionale alle iniziative locali.
Nella logica di moltiplicare gli elementi di comunicazione e di ascolto si ritiene che debba essere valorizzata e coordinata l’azione dei circoli attraverso strumenti di condivisione di esperienze (buone pratiche) e formazione (on-line) e sistematici momenti di confronto.
Non sono temi che pensiamo tipicamente veronesi, invece, la sollecitazione pressante all’unitarietà delle posizioni dei diversi esponenti nazionali nella contrapposizione alle politiche della destra come pure la necessità di rinnovamento della classe politica, di investire sulle persone ed in particolare sulle donne e sui giovani anche con proposte forti o rischiose.
Segno concreto di tale scelta può essere una più decisa opzione ed azione politica verso il re-inserimento delle preferenze nelle elezioni nazionali.
Negli ultimi mesi l’atteggiamento generale del partito e dei suoi esponenti nazionali è stato apprezzato per la concretezza, la puntualità e la capacità di evocare azioni concrete e disegnare un futuro di speranze. Lo sforzo di unitarietà e di un efficace strategia comunicativa deve continuare in questo senso.
Conclusioni
L’analisi realizzata nelle tre serate non pretende di essere esaustiva. Questioni importanti quali le relazioni con gli altri partiti, le organizzazioni sindacali e di categoria, la chiesa cattolica e le altre confessioni religiose, l’associazionismo, …, non sono state affrontate. Non sono state prese in considerazione le concrete problematiche del consiglio provinciale e nemmeno quelle del comune capoluogo o dei centri più popolosi. Non si è ritenuto nemmeno di iniziare a prendere in considerazioni questioni relative ai grandi temi nazionali che non sarebbe stato realistico affrontare con le nostre competenze ed i nostri tempi.
Si è evitato, senza sceglierlo esplicitamente, anche di discutere delle diverse anime del partito: un buon segno crediamo. Ancor di più ! Crediamo sia un segno necessario per continuare a costruire il progetto del partito democratico e contribuire a costruire fiducia nel futuro.
I coordinatori dei Circoli del Partito Democratico della provincia di Verona
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