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lunedì 21 febbraio 2011

Il federalismo municipale


Il decreto sul federalismo municipale, più volte riscritto rispetto alla
versione iniziale, è stato posto
in votazione in Commissione bicamerale il 3 febbraio 2011, con esito
infruttuoso (15 a 15). Il Consiglio dei ministri
ha successivamente tentato di varare comunque il decreto, ma il
Presidente della Repubblica si è opposto all'emanazione
giudicando "non ricevibile" il decreto e sollecitando il Governo a
riportarlo in Parlamento e nella Conferenza
Stato-Regioni-Autonomie.
(descritto nella nota e nella
presentazione che trovi in allegato)
, a causa
della conferma dei pesanti tagli dei trasferimenti decisi con il D.l.
78/2010. L'unica strada per recuperare parte
delle risorse venute meno sarà l'utilizzo dei limitati spazi di
autonomia fiscale (addizionale IRPEF in primis) e tariffaria;
il federalismo municipale comporterà (per effetto dello
sblocco delle addizionali IRPEF, parziale fino al 2012 e totale dal 2013)
(a causa dell'aliquota IMUP al 7,60/00, nettamente superiore all'attuale
aliquota media ICI
pari al 6,40/00), mentre sarà notevolmente ridotta l'imposizione sui
proprietari di immobili locati (grazie all'introduzione
della cedolare secca sugli affitti e alla previsione di un'aliquota IMUP
dimezzata).
;
, quando era ancora in vigore l'ICI
sulla prima casa e i tributi manovrabili rappresentavano il 42% delle
entrate correnti dei comuni delle regioni a
statuto ordinario. Nella fase transitoria (2011-2013) i comuni avranno
voce in capitolo solamente sulla Tassa rifiuti
e l'addizionale IRPEF (pari al 14% delle entrate correnti), mentre sugli
altri tributi devoluti non avranno alcun
potere decisionale. Dal 2014, con l'introduzione dell'IMUP e dell'IMUS,
il peso dei tributi effettivamente manovrabili
aumenterà a circa il 38% delle entrate correnti totali: un livello
comunque inferiore a quello del 2007;
, accentuando
la contraddizione aperta dall'abolizione dell'ICI sulla prima casa. E'
una scelta che deresponsabilizza gli amministratori
locali negando il principio basilare del federalismo fiscale: "vedo,
pago, voto";
per la tenuta del sistema. In assenza di una efficace perequazione, gli
squilibri nella distribuzione territoriale
delle risorse potrebbero allargarsi notevolmente. La mancata definizione
dei criteri di ripartizione apre inoltre la
strada ad una sistematica conflittualità nella gestione dei fondi di
riequilibrio, analogamente a quanto accade attualmente
per il Fondo sanitario nazionale.

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