I nostri banchetti nei mercati

Stadio:
Sabato 1, 8, 15, 22, 29 ottobre dalle 9.30 alle 12.30
Saval:
Venerdì 14 e 21 dalle 10.00 alle 12.00

mercoledì 14 novembre 2012

Lettera aperta (di Maria Luisa Castagnini)


Dispiacerebbe, e non poco, angustiare Berto Barbarani e Angelo Dall’Oca Bianca per chiedergli com’è adesso la loro bella Verona. Sarebbe certamente una crudeltà, così non lo facciamo.
Tuttavia, anche se la guerra è finita da un pezzo, non possiamo  fare a meno di notare, ancora una volta, che , in molti punti della nostra Città, sembra di essere tornati al ‘45, con tanto di macerie da rimuovere e strade e marciapiedi da ricostruire dopo i bombardamenti. O ai tempi delle grandi alluvioni del passato, con le strade piene d’acqua che non riesce a defluire.  Qualcosa si muove, però: cartelli qua e la segnalano  cantieri per la costruzione di parcheggi, come se la Città fosse popolata solo da automobili, come se fossero solo loro ad eleggere e  tenere in piedi  l’amministrazione comunale, come se fossero solo loro ad aver bisogno di asili e di punti di ritrovo. Non è cosi: loro, semmai, hanno solo bisogno di gommisti e meccanici per rimetterle a posto dopo un po’ di chilometri per le vie cittadine.
 Si sente parlare, forse solo a Verona, di strane “filovie a gasolio”, creature mastodontiche e misteriose che facciamo fatica ad immaginare aggirarsi per le vie della Città (lo bevono dai fili elettrici, il gasolio?), e dell’assoluta necessità di un traforo che, ogni giorno che passa, assomiglia sempre più ad un gigantesco, inutile, dannoso  e costoso buco nell’acqua.  Acqua come quella caduta in questi giorni, che è riuscita ad intasare i tombini che nessuno ha provveduto a controllare prima dell’arrivo di una perturbazione relativamente modesta e comunque annunciata con largo anticipo. Acqua come quella che verrà, e che riempirà, il traforo una volta costruito.
                                                                                         Maria Luisa Castagnini Biondani

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