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mercoledì 29 ottobre 2014

VILLA PULLE' RINASCE, RIPULITI GLI AFFRESCHI


Rifatti i tetti e riparati i controsoffitti, un'opera fondamentale per arrestare il degrado

DA 'L'ARENA' DEL 28 OTTOBRE


Villa Pullè, al Chievo, sta terminando il suo primo ciclo di «terapie». Nonostante non sia ancora possibile visitare interamente l'interno dell'antico palazzo di proprietà dell'Inps, dove da circa un anno sono in corso i lavori di riparazione delle parti ammalorate e di recupero degli affreschi, l'associazione «Amici di villa Pullè» si è mantenuta in costante contatto con i tecnici impegnati nell'opera.
Si è potuto così apprendere che, in questi mesi di lavoro, sono stati portati a termine alcuni interventi fondamentali per frenare il degrado galoppante del complesso settecentesco, in disuso da decenni e afflitto dalle incursioni dei vandali. Manutenzioni che venivano reclamate da molto tempo. Villa Pullè, che a suo tempo ospitò anche re Umberto I, era una dimora di gran classe all'interno di un grande parco. Stringe il cuore, ora, vederla ridotta a poco più di un rudere. Ma l'impegno per il recupero sta dando i suoi primi frutti.
E dunque ora, se non si può certo parlare di pieno ritorno alla vita, almeno si può rallegrarsi per il salvataggio in extremis. Che non era scontato, visti i tempi: in questa tranche di lavori l'Inps ha impiegato circa un milione di euro.
Luigi Lazzarelli, esponente degli Amici di villa Pullè e promotore di diverse iniziative di sensibilizzazione per il recupero, spiega: «Ho incontrato i restauratori, che mi hanno lasciato gentilmente entrare nella villa, ma solo al piano terra per ragioni di cantiere. Con piacere ho visto che sono stati riparati con arelle e consolidati tutti i controsoffitti caduti o pericolanti. Pareti e soprattutto affreschi sono stati ripuliti degli scarabocchi con lo spray praticati dai vandali, anche se rimangono i graffi».
Prima dell'intervento, infatti, il ciclo di affreschi con scene di festa del pittore Marco Marcola (1740-1793) si presentava deturpato da scritte in vernice, mentre la grande Apoteosi di Ercole dipinta sul soffitto di un salone da Angelo Da Campo (1735-1825) era minacciata da crepe, infiltrazioni d'acqua e muffa, così come altre opere di Giambettino Cignaroli (1706-1770). I restauratori hanno detto di attendere ulteriori fondi dall'Inps per procedere al vero e proprio restauro delle pitture murali nelle loro parti rovinate.
«Inoltre», continua Lazzarelli, «è stato pulito tutto l'edificio da calcinacci e rifiuti. L'intervento più impegnativo è consistito nel rifacimento del tetto. Attualmente si sta riparando la copertura della dependance».
Resta ancora ignoto, però, il destino cui l'Inps intende avviare la villa dopo questo (leggero) maquillage. Come pure non si sa che fine abbiano fatto gli oltre 300mila euro che Palazzo Barbieri da quattro anni continua a inserire in bilancio per la riqualificazione della propria porzione di parco, compreso l'abbattimento del muro di cinta sul fronte della piazza di Chievo.
«Saremmo molto curiosi che ci venisse svelato questo arcano», commenta Lazzarelli, che in qualità di consigliere del Pd in terza circoscrizione annuncia un'interrogazione a riguardo.L.CO.

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