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domenica 29 agosto 2010

Prodi: bene Bersani, ora introdurre nella coltura dell'ulivo nuovi diserbanti e nuovi innesti


Intervento di Romano Prodi pubblicato su Il Messaggero il 27 agosto 2010
Si narra (e non è detto che le cose narrate siano sempre vere) che, nei registri manoscritti delle aziende agricole dei monasteri della collina bolognese, i proventi per la vendita di olio di oliva costituissero una parte copiosa dei loro introiti durante tutto il quindicesimo secolo.
Si narra inoltre che intorno alla fine dello stesso secolo sia avvenuta una piccola glaciazione durata circa dodici anni e che, di conseguenza, a settentrione dell’Appennino (fatta eccezione per il lago di Garda, le colline di Brisighella e qualche altra ristretta isola) la coltivazione dell’ulivo sia totalmente scomparsa e tale sia rimasta fino ad oggi.
In fondo è passata soltanto una dozzina d’anni da quando, nel 1998, la coltura dell’ulivo è stata ritenuta non più remunerativa per il riformismo italiano ed è progressivamente scomparsa dai registri della nostra politica.
Mi ha destato quindi una piacevole sorpresa leggere che Bersani ha deciso di riprenderne la coltivazione, facendone un punto di riferimento per rimettere in ordine i registri dell’azienda italiana, messi in grave difficoltà dalle male organizzate tecniche agrarie succedutesi nel frattempo.
Ed è ovviamente apprezzabile che si parli di un “nuovo ulivo”, in cui l’aggettivo “nuovo” mette in rilievo la necessità di introdurre nella coltura nuovi diserbanti, nuovi fertilizzanti e, soprattutto, nuovi innesti.
Auguro quindi a Pier Luigi Bersani che trovi il terreno adatto e il calore sufficiente perché la pianta mediterranea a noi così cara possa vivere abbastanza a lungo da produrre frutti sufficienti a risollevare le sorti dell’Italia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'ulivo è sempre stata una pianta molto coltivata nei monasteri, non solo per i proventi che permetteva di ottenere ma anche perchè permetteva di ottenere l'olio necessario per le lampade. Si sa inoltre che questa pianta non dà i suoi frutti da giovane, ma ci vuole un certo numero di anni perchè arrivi al pieno della sua produzione. Dalla sua prima comparsa, sono trascorsi ormai abbastanza anni per farne una pianta feconda. Sono sicura che sia il momento di raccogliere dei bei frutti maturi. Come sono sicura che Prodi, Veltroni, Bersani, Bindi, Franceschini, Marino, Finocchiaro, danno il meglio di sè quando lavorano tutti insieme per il bene comune. Adoro il termine BENE COMUNE, perchè con poche lettere ci dà la misura degli obiettivi che devono perseguire i nostri politici. Inauguriamo dunque una nuova stagione, è giunto il momento di reagire con le nostre piante sane alle erbe cattive. Un saluto ed un augurio, buona vita a tutti.
Paola Lorenzetti.