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venerdì 29 agosto 2008

Scuola, quo vadis?

A sentire le novità previste per la nostra povera scuola italiana vengono i brividi.
Cambiamenti superficiali che pare avranno effetti miracolistici; repentini ritorni al passato che non tengono conto di una realtà in evoluzione e della reale portata di alcuni problemi; tagli di fondi e personale che impediranno di fatto il sereno svolgersi dell'attività educativo didattica.
Vediamo alcune novità:
 ritorna il grembiulino! Perbacco, ora sì che si ragiona! Non se ne poteva più di tutti quegli abitini diversi, alcuni ricchi e sfarzosi, altri vecchi e macchiati. Ma ora l'uguaglianza sociale è garantita! Peccato che anche i grembiulini siano tutti diversi: anche lì capisci al volo chi ha tanti soldi e chi ne ha pochi, chi è seguito dai genitori e chi no! Insegno da più di trent'anni e ai miei alunni ho sempre fatto mettere il grembiulino. Pensavo semplicemente che così non si sarebbero sporcati durante le varie attività. Non ero consapevole con ciò di fare un'opera di omologazione sociale. Che sia inconsciamente di destra?
 Tornano i voti e perfino il 5 in condotta. “Bene, - diranno i benpensanti,- ci vuole disciplina! Vedrai che i bulletti abbasseranno le orecchie!” E forse lo faranno, ma solo finchè saranno nell'ambiente dove possono essere sanzionati. Un po' alla volta impareranno a differire i loro atti violenti dove le sanzioni non operano, prima coi coetanei più deboli, un domani forse coi sottoposti, con la moglie, coi figli, perchè se non si interviene in modo adatto l'aggressività non si spegne ma si alimenta in continuazione. Sono ben altre le strategie per “disinnescare” i bulli. Inoltre dobbiamo considerare un brutto voto in condotta quasi un fallimento educativo, perchè quando un ragazzo arriva lì vuol dire che la famiglia e la scuola non sono riuscite a valorizzare la sua parte migliore. Ci vuole molto di più di un brutto voto in condotta per combattere il disagio che cresce a dismisura fra i ragazzi di questa età. Serve sì anche la disciplina fin dalla più tenera età ma anche tanto ragionamento per spiegare a cosa serve la disciplina. Ci vuole tanto rispetto per tutti e tutto, trasmesso con l'esempio da genitori ed insegnanti. Che rispetto potranno mai insegnare quei politici che fanno gestacci in televisione o quelli che parlano male degli insegnanti del sud?
 Le scuole diventeranno fondazioni e dovranno cercarsi degli sponsor. Qui c'è poco da dire: dove andrà a finire l'autonomia educativa degli Istituti? Si potrà ancora parlare di libertà educativa?

Sono molte le perplessità di chi lavora nella scuola leggendo la Riforma. C'è soprattutto un po' di paura che ci si stia preparando a formare persone intellettualmente poco autonome e critiche, succubi al volere del capo.
Speriamo di sbagliarci!
Paola Lorenzetti

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