Caro Lorenzo,
non credo che le mie considerazioni possano confortarti,
perchè alquanto amare: nascono da una disillusione, da una
constatazione che di nuovo vi è davvero poco nel PD.
Addirittura, credo
che si sia data una veste nuova a quel che c’era prima per fare ancora
peggio; come quelle signore di età ormai avanzata con le labbra a
canotto, gran trucco, seno nuovo su un corpo troppo magro e stanco,
lifting vari, vestito all’ultima moda, non importa se poco consono e di
cattivo gusto, attente a piacere a quelli più giovani per sentirsi
giovani, che non accettano l’età e i suoi punti di forza.
Un po’ così
vedo il partito.
La parola non è la cosa. Il partito non fa gli
uomini.
Ho osservato molto, in questo breve tempo trascorso dalla
nascita di un partito che doveva essere nuovo, stando all’interno della
politica (in realtà un partitismo diffuso, della politica ho un’idea
molto nobile, che non trova riscontro nella realtà, se non in ciò che
ognuno di noi fa quotidianamente nell’essere ciò che è, ciò in cui
crede) e quel che ho visto, ho percepito, ho riscontrato, non mi
piace.
Non c’è bisogno di andare a guardare a Napoli, o addirittura a
quella “questione morale” che fu per lungo tempo motivo di battaglia
tra PCI e DC negli anni di Berlinguer, con l’MSI addirittura d’accordo
con la sinistra, e che ha portato a Tangentopoli.
Basta guardare a
noi.
Se, ancora, esiste chi si muove per avere un ruolo (e magari non
ha neppure un mestiere);
se, è donna chi appoggia un leader dandosi da
fare, allora è la sua amante,
se, è uomo chi appogia un leader, allora
spera in un posto di lavoro, in un guadagno,
se è provinciale,
meschino, losco il pensiero che unisce le persone,
se la malafede che
uno ha, vuole vederla negli altri per darsi una giustificazione,
se,
chi propone è di una corrente, allora quelli dell’altra lo boicottano,
se, l’esigenza di un leader è solo per rappresentanza e per numeri, non
per identità vera e per capacità peculiari,
se, chi è giovane di età,
ha un pensiero imbrigliato in schemi più vecchi degli anziani, che
dalla loro almeno hanno l’esperienza,
se, non esiste il concetto di
bene comune,
se, bisogna fare “contro” qualcosa o qualcuno,
se, non ci
sono principi attivi condivisi,
se, non c’è il rispetto reale della
persona
se, la superficialità del fare e del dire prevale,
se, tutto
questo fa comodo a pochi
allora tutto questo toglie forza, toglie
entusiasmo, toglie passione; tutto questo non mi appartiene.
Tutto
questo non ci fa andare da nessuna parte.
Le persone capaci e serie ci
sono, e lavorano per tutti gli altri: una macchina che sforza al
massimo, per restare ferma. Vogliamo volare alto, siamo trascinati
sottoterra: dobbiamo uscire allo scoperto e scuotere anime e corpi. No
“belle addormentate”, ma tigri, con la forza della ragione e del
sentimento che ci spinge, con il senso del bene comune che è la vera
politica. Non c’è bisogno di scomodare il cattolicesimo, o la morale,
basta una buona etica.
Non volermene.
Daniela
Nessun commento:
Posta un commento