La violenza è sempre sintomo della cultura di una collettività: in questi ultimi anni chi e cosa si è seminato nella nostra Verona? Enzo Biagi ha detto che per parlare o scrivere bene bisogna pensare bene. Cosa si può sperare da una società che parla di chiudere la porta alle differenze, agli uomini? E quindi quali possono essere i veri pensieri di chi parla in questo modo? Questi sono i frutti di chi parla che la nostra identità deve essere salvaguardata dallo straniero, non capendo che la nostra cultura è universale: è l'accoglienza dell'altro. Forse gli slogan di salvare le nostre radici dovrebbero fare memoria di questo. Memoria è ri-passare dalle parti del proprio cuore. Verona ha dimenticato questo: il cuore dell'uomo non può non accogliere lo straniero, perchè per primo dovrebbe troppe volte non accogliere noi stessi quando siamo STRANIERI rispetto alle verità che "parliamo" perchè non sono quelle che "pensiamo".
Dopo tutto, e si è dimenticato, Verona è sempre stata un pò così: chi di noi si ricorda gli anni 70/80 di Verona della birreria Forst di Via Mazzini?
Forse un'occhio non ha voluto fare quello che troppe volte questa città ha fatto in questi anni: chiudere gli occhi. Francesca, sapendo che questo non conviene, nonostante tutto, ha voluto aprire gli occhi, ha visto e sentito quello che noi veronesi ci sforziamo di nascondere. Ma noi siamo più attenti alla "sicurezza". Alla sicurezza che non è più quella di essere sicuri di poter studiare, di essere curati, sicurezza di avere un lavoro dignitoso, sicuri di essere accettati perchè semplicemente uomini o donne, magari diversi ma pur sempre esseri che hanno in sè una sola richiesta: accoglimi. Verona non può più essere tollerante, deve fare un passo in più. Deve accogliere, deve stringere fra le sue mura questa verità. E solo questo piccolo gesto che potrà sconfiggere questo clima, ma troppe volte questo gesto è un gesto che sono le donne che sanno manifestralo per prima, e noi uomini come in sala parto, rimaniamo lì a guardare questo piccolo gesto, che è il vero gesto delle nostre radici. Grazie Francesca, con la sicurezza che il tuo occhio saprà sempre guardare gli altri: per accoglierli.
Cordialmente saluto, Giorgio Di Filippo
1 commento:
io sono paurosa. quando vedo le immagini di Gaza al telegiornale chiudo gli occhi perchè non voglio vedere, se avessi incontrato il gruppo di fascistelli in piazza dante me la sarei fatta sotto. ammiro francesca, anche se so cosa dicono i benpensanti: se l'è cercata. e così la prepotenza e la legge del più forte ha il sopravvento. ma questa volta ha vinto francesca. brava francesca
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