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venerdì 29 gennaio 2010

Inquinamento killer, a rischio chi vive vicino a vie trafficate (da L'Arena)


Qualità dell'aria: scadente e in ulteriore peggioramento. Non è un'impressione, ma un dato validato dall'Arpav, Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale del Veneto, che quotidianamente aggiorna sul suo sito internet (www.arpa.veneto.it) il bollettino meteo delle Pm10 nei sette capoluoghi e fornisce i dati che contribuiscono a determinare la qualità dell'aria.

POLVERI. Il riscontro negativo si riferisce a sei province su sette (si salva Belluno, per comprensibili motivi geomorfologici), ma in questa speciale classifica Verona purtroppo brilla in termini negativi. Dall'inizio dell'anno i superamenti del limite delle Pm10 sono già stati venti, di cui sette consecutivi e anche mercoledì il valore ha raggiunto in Borgo Milano quota 90 microgrammi per metro cubo e a Cason 89. Una situazione analoga si sta verificando da giorni a Milano, dove la Giunta comunale ha deciso l'estrema misura di blocco del traffico domenicale. E a Verona? Anche da noi è allo studio un provvedimento analogo, da attuarsi nelle domeniche di febbraio, ma sicuramente - come invoca da tempo anche Legambiente - urgono provvedimenti più strutturali di contenimento delle emissioni nocive.

L'ALLARME DEGLI ESPERTI. Non è da sottovalutare, in questo senso, l'allarme lanciato proprio in questi giorni dal 13° congresso internazionale "Asma bronchiale e BPCO: obiettivi rimedi strategie", che vede riuniti al centro congressi dell'hotel Leon d'Oro i maggiori esperti di bronchi, polmoni e alveoli. Parti del nostro corpo, cioè, messe a durissima prova dagli agenti inquinanti. I report degli studi illustrati dal dottor Giovanni Viegi, immunologo e direttore del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) sono purtroppo illuminanti: «Il nesso causale fra inquinante ambientale e patologie respiratorie è ormai acclarato», ha dichiarato, entrando poi nello specifico. «È sufficiente vivere nel raggio di cento metri da una via di grande traffico per avere dal 30 al 50 per cento di probabilità in più di contrarre la BPCO, broncopneumopatia cronica ostruttiva». Una patologia, quest'ultima, di cui già adesso soffre il 7-8 per cento della popolazione adulta italiana, ma che gli esperti definiscono la malattia del futuro perchè legata a tre fattori di rischio (fumo di sigaretta, inquinanti ambientali e inquinanti lavorativi) che non si riesce a eliminare.

NEL SANGUE. Da temere, dicono gli esperti, sono soprattutto le polveri sottili. «Quelle piccole, con diametro inferiore a 2,5 micron», illustra il dottor Viegi, «arrivano fino ai bronchioli terminali; quelle ultrafini, inferiori cioè a 0,5 micron che non vengono ancora misurate dalle centraline, arrivano invece negli alveoli e quindi nel sangue. La loro pericolosità è dovuta al fatto che possono favorire l'aggregazione delle piastrine e quindi favorire eventi quali ischemie e ictus, ma anche aritmie cardiache che possono risultare letali».
«La politica deve attivarsi», ammonisce il direttore del Cnr, «e poichè non si può ventilare la pianura padana, occorrono interventi strutturali per allontanare lo smog».

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