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sabato 17 aprile 2010

Lettera di Roberto Fasoli

Oggetto: motivi per i quali sono contrario al doppio incarico di Consigliere regionale e Consigliere comunale



Come preannunciato nel corso della campagna elettorale e facendo seguito ai contatti personali intercorsi subito dopo l’esito elettorale ritengo doveroso, ora che, in data 14.04 2010, mi è stata formalizzata la nomina, comunicare a tutti voi la mia opinione rispetto al tema del doppio incarico di Consigliere comunale di Verona e di Consigliere regionale.



Lo Statuto Nazionale del nostro partito ed il Codice Etico sono chiarissimi in proposito e stabiliscono che gli iscritti al Partito Democratico “non possono far parte contemporaneamente di più di un’assemblea elettiva” (Statuto art.22 comma 4 e Codice Etico punto 3 lettera b). Altrettanto chiari lo Statuto regionale veneto ed il Manifesto dei Valori della nostra regione (Capo 3 art.7 comma 5 e Capitolo”Prima di tutto il rigore morale, 4° capoverso). Le eventuali deroghe sono previste e disciplinate da precise norme.



Ho sempre pensato sia necessario rispettare le regole che ci siamo dati ed evitare di trovare motivi per derogarne l’applicazione. Ne va della nostra credibilità verso gli iscritti e gli elettori; del resto abbiamo sempre polemizzato, giustamente, con gli esponenti politici del centro destra che hanno fatto largo utilizzo del cumulo delle cariche. Rimanere formalmente in Consiglio finirebbe per recare maggior danno pratico e di immagine al Gruppo consiliare e al partito stesso, soprattutto perché non sarebbe possibile garantire un valido contributo all’azione del Gruppo, dovendo contemporaneamente svolgere, in modo serio, il lavoro di Consigliere regionale (incarico, purtroppo, incompatibile anche con l’insegnamento).



Per queste semplici ragioni formalizzo la mia decisione di non mantenere il doppio incarico di Consigliere comunale e di Consigliere regionale e di conseguenza di dimettermi dal Consiglio comunale di Verona. Naturalmente, prima di ufficializzare la mia decisione alla Amministrazione comunale di Verona, aspetterò che il partito metta in atto, in tempi ragionevolmente brevi, tutte le iniziative necessarie a sostenere nel modo migliore l’attività del Gruppo consiliare, al quale ho sempre cercato di dare il mio fattivo contributo.



Ovviamente sono a disposizione per qualsiasi confronto fosse ritenuto utile.



Cordiali saluti



Roberto Fasoli



Verona, 15 aprile 2010

1 commento:

Giovambattista Bossio ha detto...

Non so se il mio parere potrà interessare al partito e a Roberto Fasoli, comunque ve lo dico lo stesso.
Ho trovato la sua candidatura, rischiosa, per il partito, in quanto se fosse risultato eltto avrebbe indebolito il partito veronese. Così è stato e quindi grazie alla sua elezione al consiglio regionale e le preannunciate dimissioni dal consiglio comunale veronese, il partito di fatto "perde" un consigliere in comune. (Infatti subentrerebbe Welponer).
Certo da un punto di vista personale è un bel gran successo. Vuoi metter. Fare il consigliere regionale, invece del consigliere comunale è tutt'altra cosa. Anche la retribuzione e tutt'altra cosa!
Ma dubito che per l'interesse del partito, sia stata fatta, da parte di Fasoli, la scelta migliore. Anzi credo proprio, chche sia stata fatta una scelta sbagliatissima, di cui adesso, ne paghiamo, (il partito), le conseguenze.
Non ho ancora letto le motivazioni che Fasoli porta a sostegno della opzione esclusiva, per il consiglio reigonale. Sicuramente sarà una lettera ben argomentata.
Ma se prevalgono sempre gli interessi e le aspirazioni personali credo che il partito non farà molta strada.
Mi spiace, perchè, c'è stato un tempo in cui avevo creduto in Roberto Fasoli. Indubbiamnete ha dei numeri, ma ora, davanti ad una scelta, ad una aspirazione personale, fortemente voluta, forse posso pensare che non siamo in presenza di un impegno politico del tutto disinteressato.
A Roberto faccio i miei migliori auguri, che riesca a "anche" in consiglio regionale a "fare" il primo della classe. Che continui a dare l'impressione di saperne sempre di più di tutti. Cosa a che, ad un professore, del resto è assolutamente congeniale.
E in quanto alla crisi del partito, che non riesce a far passare i suoi messaggi, dubito che potrà dare un gran contributo. Se da consigliere comunale non riusciva ad essere sufficientemente presente sul territorio, figuriamoci da consigliere regionale.
Pur esssnedo il più bravo non ha ancora tuttavia capito, (ma non è il solo purtroppo è in numerosa compagnia e qui sta il guaio), che gli eletti devono essere riconoscibili e raggigingibili sul territorio. Al sabato devono essere la mercato della stadio, devono essere in mezzo alla gente. Insomma devono scendere dal piedistallo su cui sono collocati, ad osservare dall'alto al realtà e la vita. E' il tipico approccio intellettualistico alla vita, che tanti uomini politici di sinistra ancora non riescono a scrollarsi di dosso. La vita non la si deve osservare; la vita la si deve vivere. Il politico soprattutto se eletto, non può vivere in luoghi lontani dalla gente. Il politico soprattutto se eletto, si deve poter mescolare alla gente, deve poter frequentarne i luoghi che frequenta la gente, saperne cogliere gli umori, saperne ascoltare la voce, saperne accetarne le critiche, saperci dialogare.
Questa è una banalità se volete, ma non deve essere poi tanto così se continuaimo, ad ogni elezione a perdere voti. Forse uno dei motivi risiede proprio nella nostra incapacità a colmare questo distacco.
Vedete della Lega, io non condivido nulla, però i suoi uomini, leader e non, eletti e non, sono percepiti dal popolo, dalla gente, dalla massa, come "di loro". Noi, in questo momento, siamo molto lontani dal dare questa impressione.
E credo che fin tanto che non recuperemo questa capacità, non faremo progressi significativi.
Cordiali aluti a tutti.

Bossio Giovambattista