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lunedì 6 febbraio 2012

Alemanno doveva solo scusarsi, e invece presto darà la colpa alla Merkel

Una nevicata, largamente prevista, ha bloccato Roma alla fine della scorsa settimana. Può succedere. I responsabili avrebbero potuto all’indomani del disastro, disastro nell’organizzazione della città e non della calamità naturale, chiedere scusa e farla finita. Invece da quel venerdì bianco ad oggi è stato tutto un susseguirsi di polemiche che hanno visto protagonista il sindaco di Roma Alemanno. Dopo aver delegittimato la protezione civile ha incautamente chiesto una commissione di inchiesta che non potrà non accertare la sua personale responsabilità. Questa mattina, di buon ora e dopo aver trascorso l’intera giornata di ieri in tv invece che al Comune, da una rete televisiva Mediaset ha preso di mira anche il ministro degli Interni. Non si fermerà più. Probabilmente incolperà anche Angela Merkel e forse il segretario dell’Onu.

Tutto questo per non dire che non aveva capito niente di quel che stava per accadere e che consultando le previsioni meteo sul telefonino molti sapevano. Questa vicenda porta alla luce due cose. La prima è la caratteristica di gran parte della classe politica italiana di non assumersi mai le proprie responsabilità ma di cercare sempre lontano da sé la causa del male. Se Alemanno avesse detto, siamo stati colti impreparati, io per primo ma non solo io, avrebbe fatto un figurone. Invece ha scelto di aprire uno scontro istituzionale, di investire lo stesso governo per non voler pronunciare parole di umiltà e di sobrietà. La seconda cosa che viene alla luce richiama paradossalmente all’evidenza la colpa del centro-sinistra nelle scorse amministrative. Alemanno non sa fare il sindaco perchè non ha mai pensato di poter fare il sindaco.

La sua era una candidatura di bandiera destinata a fargli acquisire meriti nel suo partito. Alemanno, fra i dirigenti della covata di Fini, è stato quello che più ha cercato di mettersi a cavallo fra la nostalgia del suo passato e il nuovo. Forse, fra gli ex An, era il più fascista. Un uomo politico combattivo e indomabile nel sostenere le proprie idee in gran parte figlie di quel fascismo sociale che si ricollega agli inizi e alla fine del regime, nel racconto di molti apologeti del mussolinismo. Quando è arrivato a guidare la città si è trovato di fronte a un mestiere che non credeva di dover fare, che non sapeva fare e che non ha imparato a fare. Se il centro-sinistra non avesse proposto la riedizione di Rutelli per la poltrona di primo cittadino della capitale, forse oggi Alemanno sarebbe in prima linea a criticare il sindaco di Roma dopo la nevicata. Ora per Roma si tratta di resistere tutto il tempo che manca alla fine del mandato di Alemanno. Forse il centro-sinistra dovrebbe mettere in campo una specie di governo-ombra che nei momenti cruciali potrebbe dare indicazioni diverse da quelle di un sindaco che è troppo indaffarato in altro per dedicarsi alla città. Roma è stata per molti decenni governata bene. Oggi vive la sua nottata.

Lorenzo

1 commento:

Gabriella Dimitri ha detto...

Alemanno dovrebbe vergognarsi invece di incolpare a destra e a manca. Purtroppo questa e' la tragica realta' italiana: sempre piu' persone incapaci e impreparate occupano posti chiave nella vita pubblica: posti che richiedono capacita', preparazione, dedizione, onesta' e voglia di fare il "bene comune". Chi amministra una citta' dovrebbe farlo con serieta' e a tempo pieno. Se fosse cosi' credo che resterebbe ben poco tempo per andare in TV .