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giovedì 16 ottobre 2008

Imparare l'italiano.

Zac, come un fulmine a ciel sereno la Lega ci impone il suo modo di interagire con gli alunni stranieri: integrare attraverso la separazione; mi fa un po' pensare alle convergenti parallele di qualche anno fa, per il gioco di parole che unisce due contrari, ma al contrario di quelle lo trovo carico di implicazioni funeste. L'emendamento votato dalla maggioranza sull'istituzione di classi separate per alunni stranieri è un pugno nello stomaco alla civiltà, al buon senso ed a tutto quello che conosciamo sui meccanismi di apprendimento linguistico. I bambini non imparano come gli adulti, seguono inconsciamente altri criteri. Acquisiscono una lingua, più che apprenderla, cioè la “assorbono” dall'ambiente che li circonda, soprattutto assecondando quelle che sono le loro motivazioni. A questa età una motivazione importante è inserirsi nel gruppo dei pari, essere accettati da loro. Quando arriva in classe un nuovo alunno straniero, la maestra si affanna a insegnargli nomi ed azioni che ritiene utili, appone cartellini dappertutto, attiva mediatori e volontari, ma nonostante tutto le prime parole riguardano sempre la relazione coi compagni: ”Ciao, gioco anch'io”. Perchè la lingua è comunicazione, e si comunica quando si sente il bisogno e la voglia di farlo. I bambini perciò imparano dai loro compagni, la lezione migliore sono i giochi, le canzoni, i lavori fatti insieme. In una classe dove tutti parlano lingue diverse, e l'unico esempio di italiano lo porta la maestra, che per quanto brava non sarà mai interessante come i coetanei, non impareranno mai bene come nel gruppo dei pari.

Gli alunni stranieri sono di fatto separati, differenziati, isolati dagli altri: decenni di pratica interculturale evidenziano il valore dello scambio fra culture differenti, perchè ogni persona al mondo è portatrice di conoscenze e valori importanti, che vanno offerti agli altri in un continuo movimento di arricchimento, aggiustamento e rielaborazione dei propri. E in più tutto ciò si giustifica con esigenze didattiche infondate. Mi chiedo perchè la diversità spaventi tanto certe persone, quando in realtà rappresenta la ricchezza dell'universo. Il confronto è bello, gratificante ed è sempre utile. In parole antiche, il mondo è bello perchè è variato.

Comunque, una cosa dobbiamo imparare da loro: una volta presa una decisione, non stanno tanto a pensarci su, a confrontarsi con gli altri, tanto a cosa serve? Sono sicuri sempre di fare la cosa giusta, e la impongono a tutti, senza diritto di replica. Impariamo anche noi di sinistra a discutere un po' meno e ad attivarci più in fretta, invece di adoperare sempre tempi biblici. Non sempre l'uso della democrazia implica che prima di prendere delle decisioni passino ere geologiche.
Paola Lorenzetti.

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