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mercoledì 10 giugno 2009

Referendum e le ragioni del sì (di Giovanni Guzzetta)

Carissimi amici,

sono sinceramente dispiaciuto di non potere essere presente insieme a voi all’incontro di oggi, ma sono impedito dalle attività referendarie, che oggi sono particolarmente caotiche alla luce delle dichiarazioni di Berlusconi e del ricatto imposto dalla Lega. Tuttavia, insieme alle scuse che vi rivolgo per la mia assenza, voglio ringraziarvi per l’impegno che state profondendo per il referendum del 21 e 22 giugno.

Proprio in queste ore assistiamo ad una prova evidente di come il referendum sia necessario. Sono passate 24 ore dai risultati delle europee e la Lega è già passata all’incasso per il risultato elettorale. Ha già chiesto due presidenze di Regioni al Nord, un posto in più in Rai e soprattutto il disimpegno di Berlusconi sul referendum.

La politica del ricatto vince ancora una volta. E questi ricatti sono speculari a quelli che nel centro-sinistra muovono l’atteggiamento dell’Italia dei valori verso il Pd.

Questa democrazia del ricatto, che prelude alla logica delle spartizioni, non è più tollerabile. In nessuna democrazia che conta un partito di minoranza può far cadere il governo. Solo da noi i capricci e le gelosie dentro le coalizioni hanno prima portato alla caduta del Governo Prodi e oggi costringono Berlusconi ad agire sotto dettatura della Lega.

Il costo di tutto ciò è che la politica è sempre di più un gioco di alleanze e di spartizioni e non un’azione volta a risolvere i tanti, troppi, problemi del paese.

Un paese che non merita scuole con gli arredi degli anni sessanta, edifici pericolanti, immondizia non raccolta, mortificazione del merito, totale assenza di mobilità sociale, trionfo delle corporazioni di ogni tipo. Così l’Italia muore.

Il punto da cui partire non può che essere la politica e la sua riforma. Ma la politica non si riforma con le buone intenzioni. Sono trent’anni che si parla di riforme del parlamento e l’unica cosa che è stata prodotta è la legge-porcata di Calderoli.

Noi referendari abbiamo deciso di partire da lì per dire Basta! al Parlamento dei nominati; Basta! alle candidature multiple; Basta! alle coalizioni rissose che anziché governare vivono di risse e ricatti.

Per questo è fondamentale il sì al referendum. Per far ripartire l’Italia e liberarla dalla morsa dell’immobilismo. Solo così anche i partiti saranno costretti ad essere più responsabili ed anche più trasparenti. Solo così le maggioranze e le opposizioni saranno più unite.

Grazie dunque per quello che fate e che farete.

Combattiamo insieme la rassegnazione. Combattiamo per un’Italia migliore.

Il futuro arriva comunque. Ma come sarà dipende anche da noi.

Giovanni Guzzetta

4 commenti:

Adduso ha detto...

Aggiungerei a questo quadro del post che, purtroppo, tra il popolo si sono sempre più palesemente infiltrati e diffusi i servi del capitale, i picciotti dei partiti e gli zerbini delle istituzioni, tanto che se si guardano anche le ultime elezioni, queste “milizie” hanno acquisito un notevole peso nello spostamento delle preferenze.

E quando, ingenuamente ed in modo autolesionista, il popolo, quello sano, si astiene dal votare in quanto, premeditatamente, gli hanno fatto pure credere (mediaticamente inoculato) che l’astensione è una protesta che richiama l’attenzione dei nostri “padroni”, conseguentemente accade che questi “eserciti” di cui dispone il “sistema Stato-mafioso”, appunto, servi, picciotti e zerbini, fa più facilmente salire chi deve essere preordinatamente eletto e quindi vengono favorite quelle “formazioni” che dispongono di tali singole o raggruppate “truppe”, e pertanto il popolo (sano ma anche visibilmente tonto) rimane non solo sempre più sottomesso ma pure altrettanto più impotente, frustrato e depresso.

E non è, anzi non sarà semplice uscire da questo “meccanismo”.

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

good start