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sabato 26 settembre 2009

DA QUANDO L’AVVENENZA E’ UNA DOTE POLITICA?


E’ oltremodo sgradevole in questo momento leggere di un sondaggio nel centrodestra che sceglierebbe la consigliera PD, Alice Leso per integrare la Giunta provinciale.

Un sondaggio nel quale si denota una totale sottovalutazione del principio di parità di genere tanto promosso e auspicato nelle Istituzioni dello Stato.

Rispetto al tema che abbiamo posto, ovvero la necessità di una rappresentanza al femminile nell’esecutivo, la risposta è in linea con una certa sub cultura che vuole le donne non per le loro qualità ma per “l’avvenenza”.

Miozzi come Berlusconi? E nella Giunta non ci sono donne perché a destra sono tutte brutte?

Considerato quanto abbiamo appreso pare proprio che sia questo il criterio di scelta.
La questione non va banalizzata. Garantire l’opportunità alle donne di rappresentanza politica significa riconoscerne il ruolo e la funzione nella società. Consentire loro la partecipazione attiva nelle decisioni che contano è un salto culturale di cui la politica ha fortemente bisogno.

Si avvelena il confronto se si ritiene, come le destre, che le politiche di genere possano essere condotte esclusivamente da uomini. Non vogliamo le quote rosa, ghettizzano, ma crediamo che la cosa giusta sia trovare un equilibrio che soddisfi la rappresentatività di entrambi i sessi.

Scopriamo che Miozzi obietta sul lessico. “Promuovere” non è “nominare”. Ma la valenza politica è identica: le donne devono essere in Giunta, altrimenti cosa significa che “la Provincia promuove la presenza dei due sessi nella Giunta?

Ma dopo il sondaggio si è capito bene come le donne possono essere rappresentate: nei festini privati e come accompagnatrici. La politica non è per loro.

Questa subcultura secondo la quale la donna “avvenente” è solo tale e non anche intelligente e brava, come nel caso della consigliera Leso, prima eletta PD in tutta la provincia, è la ragione per la quale nella Giunta delle destre non ci sono donne.

Le capacità, le esperienze maturate non contano. Vale solo l’aspetto esteriore.

E’ anche per questa ragione che il ricorso al TAR va fatto. Certi modi di fare si contrastano in ogni modo, politicamente e culturalmente.

Da parte nostra continueremo ad incalzare Miozzi affinché cambi la Giunta e ci consenta di nominare la Commissione Pari opportunità. Ma non basta. La nostra proposta è anche quella di istituire un tavolo di confronto con l’associazionismo femminile veronese per avviare iniziative concrete finalizzate a combattere l’idea che la donna sia solo un oggetto e non una risorsa vera.

GRUPPO CONSILIARE PROVINCIALE PD

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